Il 1837, anno del colera

Morano nel corso dell'Ottocento visse almeno tre momenti particolarmente difficili a causa di epidemie: nel 1817 a causa del tifo si toccò la massima mortalità del secolo superando i 700 decessi, nel 1888 il morbillo decimò le giovani generazioni (si veda un precedente articolo), fra i due, nel 1837, non ci facemmo mancare il colera.
I morti accertati per l'anno 1837 furono 608 (la media dei quattro anni precedenti è intorno alle 250 unità, quella dei quattro anni successivi intorno alle 260): 576 decessi furono regolarmente e tempestivamente registrati all'anagrafe, gli altri, non dichiarati nell'immediatezza, risultarono da controlli successivi di chi mancava all'appello con elenchi affissi sulle porte del Comune.
Il colera arrivò intorno alla metà di luglio. Dal 1° all'11 i decessi furono nella media (6).
Il 13 di luglio gli atti mostrano una morte sospetta, un uomo sconosciuto, dell'età apparente di 50 anni, il cui cadavere fu rinvenuto a Terrarossa.
I giorni successivi registrano un decesso ciascuno, due se ne hanno il 16 luglio, mentre il 17 la situazione appare in tutta la sua gravità con 11 morti. Fra questi è un comico appartenente a una compagnia romana, deceduto nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie (un compagno morirà qualche giorno più tardi nel convento di San Bernardino - allora soppresso). Nei primi giorni perdono la vita anche diversi sacerdoti. L'infezione si estende rapidamente a ogni zona del paese e colpisce anche le prigioni. Il record negativo si ha il 24 luglio con 19 morti ufficializzati. In luglio muoiono 140 persone (altre 6 sono rintracciabili negli elenchi aggiuntivi posteriori); 169 (+ 21 nelle liste successive) in agosto; settembre vede un deciso miglioramento ma le cifre restano ancora alte superando le 50 unità; 37 sono i decessi nel mese di ottobre, 53 in novembre e infine 40 in dicembre.