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BIBLIOTECA

CINZIA MASTRASCUSA

Gibran Khalil Gibran
Introduzione Biografia La trilogia
Il Folle
Il Precursore Il Profeta Tutte le opere La fortuna in Italia Bibliografia
L'italiano di Mary Shelley

VINCENZO SEVERINI

Scheda Prontuario Moranese-Italiano Canti Popolari di Morano Calabro

FEDELE MASTROSCUSA

Miscellanea

Gibran Khalil Gibran. Un outsider nella letteratura americana
Cinzia Mastrascusa

INTRODUZIONE

Nella letteratura americana la presenza inquieta di Gibràn Khalil Gibràn rappresenta un vero caso, non ancora definito e stabilizzato a mezzo secolo dalla sua morte.

Gibran — libanese di nascita, poi emigrato negli Stati Uniti e vissuto culturalmente fra le due patrie — fu artista estroso e poliedrico che seppe crearsi una schiera di ammiratori devoti, destinata via via ad allargarsi superando i confini dell'America e del mondo arabo. Il suo successo, legato essenzialmente a un'opera, The Prophet, colpisce sotto molti aspetti: per le sue dimensioni, per  il coinvolgimento e il fanatismo di molti suoi lettori; per la stessa consistenza dei suoi libri che non sempre giustificano tanto entusiasmo; perché maturato in paese fortemente protezionista quale l'America (e Gibran non rinnegò mai le sue origini, fu anzi fra i fondatori della Rabita Qalammiya, la lega degli scrittori arabi d'America, intesa a perseguire una rinascenza araba). Il consenso del pubblico arabo fu in parte un riflesso di quello americano. Gibran, alla ricerca di nuove forme espressive, innovatore e perciò sovversivo, non incontrò subito il favore dei connazionali.  Smise quindi di cercarne l'approvazione volgendosi alla seconda patria e adottando la lingua inglese. Quando infine, dopo la morte, arrivò il successo americano, egli divenne per la sua gente un eroe, il simbolo di una rivalsa medio-orientale sull'Occidente. Nel frattempo Il Profeta, tradotto in più di venti lingue, aveva fatto il giro del mondo.

Se il successo dell'autore appare sorprendente, inspiegabile sembra la superficialità e la noncuranza della critica, sia che si tratti di quella araba, che osanna con lui tutti quelli che ne scrissero bene, sia che si tratti di quella occidentale, che si è risolta per lo più in un rifiuto sommario, negandogli ogni merito artistico, e attribuendo il suo successo al favore di circostanze esterne: la Recessione del '29, il secondo dopoguerra, il Vietnam — momenti di crisi in cui proliferano e facilmente trovano seguito santoni predicatori e gruppi religiosi —, o più in generale a un congenito bisogno mistico degli americani. Una maggiore attenzione alle opere, che è mancata dall'una e dall'altra parte, avrebbe potuto suggerire una lettura di Gibran in una chiave letteraria oltre che sociologica. Non bisogna trascurare che nella cultura americana già da tempo erano stati accolti elementi orientali. L'interesse per l'Oriente, presente già in epoca puritana, era stato centrale nell'Unitarianesimo e nel Trascendentalismo. A partire dal 1840, i libri sacri dell'Oriente cominciarono ad apparire in tutte le maggiori biblioteche. Un'importante opera di divulgazione delle filosofie e delle religioni orientali fu svolta da The Dial. Centro di tutti questi fermenti fu Boston, la città di Emerson (come lo sarà di Gibran per circa 16 anni, gli anni più importanti, quelli della sua formazione). Molti bostoniani, secondo l'immagine di Elemire Zolla, partivano alla volta dell'Oriente in cerca del Nirvana. Gli americani riscoprivano, al di là del razionalismo e del materialismo che furono propri del loro mondo, una più profonda spiritualità. L'opera di Gibran, con la sua "mediazione" fra Occidente e Oriente, con il suo eclettismo e sincretismo, non era estranea al loro gusto, rappresentando quasi un normale svolgimento di quella di Emerson, Thoreau e Whitman, che venivano riscoperti proprio negli ultimi decenni dell'800. A Gibran la tradizione orientale affluiva non tanto direttamente dalle sue radici, quanto filtrata proprio attraverso gli americani. Di Emerson egli continuò l'alta concezione dell'uomo, la visione panteista; di Thoreau una certa critica alla società; di Whitman la prosa ritmata o piuttosto il verso sciolto d'intonazione biblica e profetica. Se Whitman si era proposto con Leaves of Grass di scrivere una nuova Bibbia per la sua gente, Gibran, senza volerlo, riuscì in questo intento: per molte generazioni di giovani Il Profeta è diventato quasi un testo sacro, e alcune delle sue parti sono state assunte nella liturgia di funzioni religiose.

Molto ristretto è il materiale critico su Gibran. La critica italiana, come quella americana, è parziale e incompleta. I pochi contributi — introduzioni, premesse e postfazioni alle opere —  pur presentando spunti interessanti, non hanno indotto gli specialisti ad uno studio particolareggiato sull'autore. Si possono leggere qua e là notizie vaghe e generiche sulla sua vita (tre punti fermi: Bisharri, Parigi, New York), sulla sua produzione, sulla sua cultura (la sua infatuazione per Nietzsche e per Blake); ma nell'insieme manca un'analisi approfondita e obiettiva della sua opera. Si è prestata maggiore attenzione all'uomo e alle sue contraddizioni che non a quello che scrisse.

Alle difficoltà di reperire un organico corpo critico che possa servire da introduzione all'autore, se ne aggiungono numerose altre. La vita di Gibran fu ricca di esperienze, di sofferenze fisiche (un destino familiare di consunzione) di esaltazioni intellettuali. L'inquietudine e il rigoglio della sua personalità favorirono attorno a lui la nascita della leggenda, alimentata dai primi biografi, responsabili della grande confusione e incertezza sugli eventi principali della sua vita.

C'è poi il problema della mancanza di un'edizione critica della sua opera, e, al contrario, la proliferazione di pubblicazioni, spesso non autorizzate e di dubbia attendibilità. La consacrazione definitiva del Profeta negli anni seguenti la sua morte (1931) non solo richiamò l'attenzione sulle opere precedenti, ma spinse editori, amici e ammiratori ad una ricerca forsennata di tutto quello che egli aveva scritto, anche in arabo, dando l'avvio a un torrente di edizioni, con scritti inediti e incompiuti, riedizioni, nuove traduzioni. Ci fu un rimescolamento e una confusione di testi; furono pubblicate numerose raccolte completamente arbitrarie e più volte gli stessi brani apparvero in raccolte e versioni diverse.

Altre difficoltà sono di carattere interno, riguardano cioè direttamente le forme e i contenuti delle opere. In esse continua è l'osmosi fra lingue e culture diverse (ma vorremmo ricordare anche l'uso di codici espressivi diversi, uno linguistico e uno figurativo). Gibran ebbe a disposizione oltre all'arabo e all'inglese anche il francese, con cui venne a diretto contatto durante il soggiorno artistico parigino. Seppure non utilizzato a pieno esso costituirà un'ulteriore influenza estranea nel suo inglese a volte intarsiato di arcaismi. Si tratta di una dissonanza caratteristica di Gibran nel quale si riflette, anche nella lingua d'adozione, quella instabilità linguistica che il Gabrieli ha riscontrato negli altri promotori e fautori della Nahda, il rinascimento arabo del ventesimo secolo1.

Come la sua lingua fu qualcosa di "instabile", instabilità da intendersi come ricettività alle influenze straniere e sperimentazione, composita fu anche la sua cultura. Presupposto fondamentale per la Nahda fu infatti l'apertura del mondo arabo a quello esterno, soprattutto europeo, e un successivo e costante assorbimento di nuovi valori. Gibran è un arabo della Rinascita, europeizzato e americanizzato. Ma i diversi elementi di culture diverse non furono assimilati in un tutto omogeneo; essi rimasero solo a metà fusi insieme dando vita ad un'opera che presenta contrasti e oscurità. Nell'autore appaiono le influenze di Blake e di Wilde, di Emerson e di Whitman, di Rousseau e del simbolismo francese, di Nietzsche, di religioni orientali quali l'islamismo l'induismo e il buddismo, sullo sfondo del cristianesimo maronita al quale era stato educato da bambino.

Compito che questo lavoro si propone è quello di offrire un quadro generale della personalità e dell'opera dell'autore. Si cercherà di ricostruire, attraverso una lettura simultanea delle diverse fonti, i dati più probabili, o meno incerti, della biografia (cap. II). Ci si soffermerà naturalmente su The Prophet (cap. VI) e sulle due opere che lo prepararono, The Madman (cap. IV) e The Forerunner (cap. V), e che con esso possono essere accomunate in una trilogia (cap. III), senza trascurare tutti gli altri libri (cap. VIII). Un capitolo a parte sarà dedicato alla fortuna di Gibran. In conclusione è parso utile presentare un album di disegni, molti dei quali creati appositamente per le opere.

*** Estratto della tesi di laurea Gibran Khalil Gibran. Un outsider nella letteratura americana discussa nell'anno accademico 1991-1922 presso la Facoltà di Lettere, Corso di Laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne, della "Sapienza" in Roma.

1. Cfr. Francesco Gabrieli, Cultura araba del Novecento, Bari, Laterza, 1983.

LA VITA

This man from Lebanon, one of the company of the immortals who visit this planet once in a thousand years with a message from the Most High.

Barbara Young

C'è una razza di Stranieri e di Viaggiatori che persiste1 sulla terra. Essi vivono con noi per un po' chiamandoci fratelli, ma noi siamo consapevoli che sono di una sostanza immortale. Così la biografa Barbara Young esordiva nel suo This Man from Lebanon2, lasciando prevedere fin dall'inizio il tono di tutto il libro. Secondo l'affermazione dell'autrice stessa This Man  non voleva essere un resoconto dettagliato e preciso della vita di Gibran, ma piuttosto un modo per far rivivere le emozioni provate accanto a lui per quanti non ebbero la fortuna di conoscerlo. Non si ha dunque una narrazione ordinata, ma un procedere per appunti e ricordi sparsi, aneddoti, estasi mistiche3. La "biografia" risulta poco attendibile, oltre che per lo spirito di esaltazione e la scarsa attenzione alle date, anche perché Gibran sapeva che la Young intedeva scrivere un tale libro e cominciò così a parlarle diffusamente, e con dovizia di particolari falsi, di sé.

Prima della biografia della Young (1945) era apparsa quella di Mikhail Naimy (1934), accessibile in inglese solo nel 19504. Essa suscitò polemiche sia fra gli ammiratori di Gibran, che la considerarono denigratoria, sia fra i detrattori, che la videro come un'apologia. Naimy, prodigo di lodi verso l'amico vivente, divenne molto critico nei suoi confronti dopo la morte5. E' una tendenza presente in parte anche nella biografia, soprattutto nella versione araba, in cui si racconta di seduzioni ed abbandoni, di ambiguità6. Naimy ritorna più volte sul fatto che Gibran fosse mantenuto dalla sorella e poi da Mary Haskell, e sulla sua personalità capricciosa, suscettibile e piena di contrasti7. Anche in questo caso la cronologia è confusa. Il libro inizia con i rantoli di Gibran il mattino del 10 aprile 1931, e prosegue con il poeta fanciullo nel paese natio e con dialoghi immaginari con la madre e i fratelli, in una dimensione a metà strada tra finzione e realtà:

besides being too imaginative in inventing conversations and incidents, and putting too many thoughts in the head of his hero and all other persons described, he makes no effort to authenticate any fact or to produce any historical document [...] he wrote from an assumed omniscience, as if he could reconstruct all past events and divine the secret intentions of the actors8.

Il primo tentativo serio di considerare la figura di Gibran fu quello di Khalil S. Hawi nel 1963, con un'attenta demistificazione di dicerie e leggende fiorite attorno a lui.

Nel 1974 apparve Kahlil Gibran, his life and world di Jean e Kahlil Gibran (un nipote e omonimo del poeta e sua moglie)9, una biografia densa e illuminante su particolari precedentemente ignorati, frutto di trent'anni di ricerche. Nell'opera, dalla quale traspare naturalmente ammirazione e rispetto per Gibran, c'è una grande attenzione per persone ed ambienti della sua adolescenza e giovinezza: vengono chiariti i suoi rapporti con la società colta bostoniana, l'influenza su di lui degli artisti e delle correnti pittoriche del tempo.

La confusione presente nei due primi biografi, alimentata inizialmente dallo stesso Gibran, tuttavia fa ancora risentire i suoi effetti.

Gibran Khalil Gibran, poi solo Kahlil Gibran10 nacque il 6 dicembre11 1883 a Bisharri, villaggio ai piedi della Montagna dei Cedri, nel Libano del nord (allora provincia siriana), da famiglia maronita. La madre, Kamilah Rahmi, rimasta vedova con un bambino, Boutros, passò a seconde nozze con Khalil Gibran. Quest'ultimo, con le sue intemperanze12 condusse la famiglia alla rovina costringendola nel 1895 ad emigrare in America in cerca di fortuna. Kamilah e i suoi figli, Boutros, Khalil, Sultana e Mariana, si stabilirono a Boston, dov'era una delle più grandi comunità siriane degli Stati Uniti, e molti parenti e amici emigrati da Bisharri. Kamilah si dette al commercio ambulante di biancheria, aiutata dalle figliolette. Anche Boutros iniziò subito a lavorare diventando il sostegno economico della famiglia. Dopo un anno di economia e d'intenso lavoro i Gibran poterono aprire una merceria. Sultana e Marianna lavorarono in casa come ricamatrici. Kahlil fu l'unico ad andare a scuola, e i suoi progressi, specie nel disegno, indussero la famiglia a dedicarsi tutta a lui. Nel 1896 egli fu presentato a Fred Holland Day, notissimo fotografo e mecenate di giovani talenti. He enjoyed the dizzying varieties of local color, and the multiracial features of the street children inspired him in his experiments with the new art of pictorial photography. Italian, Chinese, Negro and Mediterranean types alike fascinated him, and he seriously searched for new and interesting models13. Kahlil divenne suo modello ed ebbe così modo di entrare negli ambienti artistici e letterari della Boston del tempo. Fu attraverso Day che conobbe Josephin Preston Peabody con la quale dopo il viaggio in Libano avrà una breve relazione.

Nel 189814 Gibran tornò in patria per studiare lingua e letteratura araba e francese alla celebre Madrasat al-Hikmat (la Scuola della Saggezza) di Beirut, gestita dal clero maronita. In seguito alla morte della sorella Sultana (4 aprile 1902) tornò definitivamente negli Stati Uniti. Attraversò un periodo molto difficile: perse a causa della tubercolosi il fratellastro e per un cancro la madre (marzo e giugno 1903). Il 1904 fu un anno decisivo. Fred Holland Day gli offrì il suo studio per una mostra di disegni e quadri che si tenne dal 30 aprile al 10 maggio15. In questa occasione Day scrisse a una sua amica, Mary Haskell, perché visitasse la mostra di questo giovane e promettente artista. Fu l'incontro determinante nella vita di Gibran. La Haskell16 lo sostenne e lo incoraggiò nell'attività letteraria, aiutandolo nella revisione degli scritti in inglese, e nello studio delle arti figurative. Nel 1908, grazie al suo appoggio finanziario, Gibran poté recarsi a Parigi17. Entrò all'Academie Lucien che abbandonò dopo pochi mesi prendendo con Yusuf Huwayik, compagno di scuola all'al-Hikmat, uno studio per conto proprio. Racconta la Young che Gibran divennea pupil and friend di Auguste Rodin il quale avrebbe riconosciuto in lui un nuovo Blake. Il tutto è ridimensionato nella biografia di Naimy (Gibran, allora studente alle Beaux Arts, incontrò Rodin durante una visita con compagni e professori allo studio dello scultore che ebbe a parlare dell'opera di Blake suscitando il suo entusiasmo) e ribadito da Huwayik, testimone dell'incontro (esso ebbe luogo ad una mostra alla quale partecipava un dipinto di Gibran: Rodin si fermò davanti all'opera di Gibran e rispose al suo saluto con un gesto del capo; i due non si videro mai più18).

A Parigi Gibran fu raggiunto da Micheline, un'insegnante di francese della scuola di Mary Haskell, con la quale aveva una relazione che finì all'improvviso19. Il 22 ottobre 1910 Gibran ripartì per Boston. Spinto forse da un senso di gratitudine, chiese a Mary Haskell di sposarlo; lei, di dieci anni più grande, rifiutò20. Nell'aprile 191121 Gibran si trasferì a New York, città dove avrebbe potuto realizzare più facilmente le sue ambizioni artistiche. In his hears he carried Marianna's sobs; in his eyes, her tears; in his heart, the love and blessing of Mary; in his pocket, a small sum of her money22. Si dedicò particolarmente alla pittura. Con Al-Ajnihah al-Mutakassirah (The Broken Wings), nel 1912, suscitò un certo interesse nel mondo arabo. Nello stesso anno ebbe inizio la corrispondenza, che si protarrà fino alla sua morte, con la poetessa egiziana May Ziyade23. Nel 1913, con Amin Rihani e Nasseeb Arida, fondò il giornale Al-Fanoon (Le Arti). Nel 1914 a cura di Nasseeb Arida col titolo di Dam'ah wa Ibtisamah (A Tear and a Smile) fu pubblicata una raccolta di sue prose e poesie. Nel mese di dicembre Gibran tenne la sua prima mostra a New York. Nel 1916 fu tra i fondatori di una rivista inglese, The Seven Arts, che ebbe vita breve ma servì a farlo conoscere in alcuni circoli letterari. Una seconda mostra a New York fu organizzata agli inizi del 1917; un'altra ancora in aprile a Boston24. Con la sua fama cresceva anche il numero delle persone che si rivolgevano a lui per un ritratto. Egli offriva al pubblico americano la sua arte senza la sua poesia; a quello arabo la sua poesia senza la sua arte. Il mondo di lingua inglese non poteva leggere la sua poesia araba; quello di lingua araba non poteva capire la sua arte occidentale... [Arte e Poesia] avrebbero dovuto lavorare insieme, perciò doveva scrivere in inglese25. Il 1918 vide la pubblicazione della prima opera inglese, The Madman, seguita nel 1920 da The Forerunner. Agli inizi del 1920 fu fondata un'altra rivista, As-Sayez (Il Viaggiatore) che diventerà organo ufficiale della società letteraria araba, Ar-Rabitah Qalammiyyah (Il Comitato della Penna), costituita nell'aprile dello stesso anno con lo scopo di dare nuova vita ad una letteratura araba ormai esausta. Nel verbale della seconda seduta si legge:
this new movement, aiming to transport our literature from stagnation to life, from imitation to creation, is worthy of all encouragement. It is the hope of To-day which shall be the foundation of To-morrow26.

Nel 1923 fu pubblicato The Prophet. In questi anni la salute di Gibran cominciò ad indebolirsi. Nelle lettere a Naimy, già dal 1921, vi sono continui riferimenti alle sofferenze che lo costringeranno sempre più spesso a concedersi lunghe pause, lontano dal lavoro e da New York. Alla pubblicazione del Profeta seguirono tre anni di silenzio per le difficoltà causate da un dissesto finanziario. In questo periodo vicino a Gibran fu Barbara Young27, proprietaria di una piccola libreria nella Quinta Strada. Dopo aver assistito ad una lettura pubblica del Profeta nella chiesa di St. Mark in-the Bouwerie, nell'autunno del 1923, la Young, entusiasta, scrisse a Gibran. Andò poi a trovarlo nel suo studio nella West Tenth Street, iniziando un'amicizia che durerà fino alla morte del poeta.

Nel 1926 fu pubblicata Sand and Foam; nel 1928 Jesus, the Son of the Man che segue i modelli formali delle altre opere, ma è di argomento esclusivamente biblico; poche settimane prima della morte, infine, apparve The Earth Gods.

Gibran morì il 10 aprile 1931 al St. Vincent's Hospital di New York di cirrosi epatica (ma aveva anche un principio di tubercolosi). Accanto a lui erano Barbara Young e Mikhail Naimy.

1 Nell'originale persists.

2 Barbara Young, This Man from Lebanon, New York, Knopf, 1969 (1ª ed. 1945).

3 Così la Young ci racconta delle abitudini di Gibran: for hours he would sit [...] gazing into the distance, or looking at the sun, for he had eyes that were never abashed before great light, della forza "leggendaria" delle sue mani (before I shake the hand of my friend, I must needs take thought, so that I do not cripple him —avrebbe detto una volta) e di come, in un impeto d'ira di fronte ad un visitatore sgradito, stracciò in due un elenco telefonico. Ci dice che stare in sua presenza era un'esaltazione dello spirito e una percezione della divinità, e cosivvia.

4 M. Naimy, Kahlil Gibran: A Biography, New York, Philosophical Library, 1950. L'edizione qui utilizzata è quella inglese pubblicata in Libano:  Kahlil Gibran, his life and work, Beirut, Khayats, 1965 (1ª ed. 1964).

5 Barbara Young lo definisce one [...] departed from faith.

6 Nabih Amin Faris parla di fallimento della biografia: in spite of his literary excellence, Nuaimeh's work must be accepted as an early biography of the author rather than Gibran. Indeed the two men were very close friends, but the light is never turned on Gibran alone; Nuaimeh is invariably crowding him out of the centre of the picture. One also suspect an attempt to assassinate the character of Gibran (Premessa in K. S. Hawi, Kahlil Gibran, His Background, Character and Work, Beirut, American University of Beirut, 1963).

7 [He was] oversensitive about his personality [...] oversuspicious to the extent that he would shut his heart to a sincere friend because of an innocent word which he might interpret as derogatory to his person, and open his heart to a bitter enemy because of a word of praise said [...]. He loathed criticism of any kind as much as he delighted in praise from any source [...]. Thus was Gibran divided against himself — the conformist against the nonconformist; the seeker after fame, wealth, greatness and glory, against the seeker after light, peace, love, and serenity in the denial of the self (Naimy, op. cit, pp. 103 e 138).

8 Hawi, op. cit., pp. 74-75.

9 J. e K. Gibran, Kahlil Gibran, his life and world, New York, Interlink Books, 1991 (1ª ed. 1974 per la New York Graphic Society di Greenwich).

10 Fu posposta, poiché impronunciabile in inglese la h di Khalil. Il nome significa in arabo 'l'amico prediletto'; il significato di Gibran è invece 'colui che guarisce le anime' ( Naimy, op. cit.).

11 Questa è la data riportata da Naimy. Dalla Young e dalla corrispondenza con la Haskell (Beloved Prophet, the love letters of Kahlil Gibran and Mary Haskell and her private journal, New York, Knopf, 1977, 1ª ed. 1972, a cura di V. Hilu) è attestato il 6 gennaio. Così è anche in J. e K. Gibran che però sottolineano la mancanza di registrazioni anagrafiche nei piccoli villaggi (events imprinted only in the memories of men and women who later told their stories without regard for written history) e riportano una testimonianza di Gibran: the date of my birth is unknown.
Osservando che in Jesus, the Son of Man si conferma la tradizione alternativa cristiana del 6 gennaio come nascita di Gesù, e la cura con cui Gibran e le sue donne si affannarono a creare il personaggio, si può supporre che il 6 gennaio sia una falsificazione poetica, come quella che assumeva come luogo di nascita Bombay. Nel campo costante della confusione, il brano "Il mio compleanno" de Il Pianto e il sorriso (Guanda 1989) è introdotto dalla nota "Scritto a Parigi il 6 gennaio 1908", ma a Parigi Gibran arrivò soltanto alla fine di giugno.

12 Dedito all'alcool e ad altri vizi fu coinvolto in uno scandalo e arrestato. In una lettera del 23 giugno 1909 Gibran scrisse a Mary Haskell della avvenuta morte a Bisharri del padre sessantacinquenne.

13 J. e K. Gibran, op. cit., p. 41. La fama di Day cominciò ad oscurarsi dopo l'incendio agli Harcourt Studios nel quale bruciarono anche moltissimi disegni di Gibran.

14 Le notizie su questi anni sono incerte. Secondo la Young, Gibran studiò a Beirut dal 1896 al 1901, poi due anni a Parigi, fino al 1903. Di questo primo soggiorno parigino parla anche Naimy: qui Gibran avrebbe ricevuto la notizia della morte di Sultana. Secondo Hawi, Gibran studiò a Beirut solo due anni, dal 1897 al 1899; tornò quindi a Boston e fece un ulteriore viaggio in Libano nel 1902 come guida e interprete di una famiglia americana. J. e K. Gibran sostengono che egli partì per il Libano il 4 settembre 1898; che la famiglia americana di cui si parla potrebbe essere Fred Holland Day; che non sono chiari tutti i suoi spostamenti, ma certamente era a Parigi quando morì la sorella.

15 Recens: Evening Transcript, Boston, 3 maggio 1904, p. 10.

16 Mary Elizabeth Haskell nacque l'11 dicembre 1873 nella Carolina del Sud, da famiglia benestante ma decaduta in seguito alla guerra civile. La sua giovinezza fu improntata al risparmio e al sacrificio. Nel 1897, terminati gli studi, raggiunse a Boston la sorella Louisa con la quale aprì una scuola per ragazze. Dopo il matrimonio di Louisa, assunse la direzione della scuola. L'incontro con Gibran avvenne nel 1904, ma i loro rapporti si intensificarono solo dal 1906 in poi, tanto che nel 1908 ella provvide alle spese di viaggio e a un mensile di 65 dollari affinché Gibran studiasse a Parigi. Nel 1926 Mary sposò Florance Minis, vedovo di sua cugina, e si trasferì a Savannah. I rapporti con Gibran vennero raffreddandosi; egli trovò sempre meno spazio nei diari di lei; i due si scrissero con una minor frequenza, ma soprattutto cessò quella collaborazione che fu fondamentale per il giovane scrittore alle prime esperienze con la nuova lingua. La Haskell morirà, alla veneranda età di 90 anni, nell'ottobre 1964.

17 Dalla corrispondenza con Mary Haskell risulta che partì da New York il 1º luglio; dalla biografia del nipote che arrivò a Parigi il 23 giugno.

18 Y. Huwayik, Gibran in Paris, Popular Library, New York, 1976.

19 Emilie Michel, detta Micheline, secondo Naimy aspettava un figlio da Gibran che però non volle sposarla.

20 La loro relazione tuttavia continuò fino al matrimonio della Haskell nel 1926.

21 Questa la data in Beloved Prophet. In altre fonti si trova il 1912.

22 Naimy, op. cit., p. 108.

23 Pubblicata in inglese a cura di R. A. Ferris (Kahlil Gibran, a Self-Portrait, Secaucus, Citadel Press,1959), e apparsa anche in italiano nel 1989 a cura di M. A. De Luca.

24 Ampia bibliografia delle recensioni e articoli in merito in J. e K. Gibran, op. cit.

25 Naimy, p. 138.

26 Naimy, p. 156. La Rabita era costituita da 10 membri. Gibran ne fu il presidente, Naimy il segretario.

27 Il vero nome della Young era Henrietta Breckenridge. Nata nel 1978, sposata Boughton, dopo il fallimento del suo matrimonio si dedicò tutta alle cure dell'unico figlio e alla poesia. Scrisse a lungo sul Times di New York usando diversi pseudonimi, tra cui quello di Barbara Young. L'incontro con Gibran risale agli anni 1925-26. Nella sua biografia Naimy parla della visita di un'ammiratrice, che rimane senza nome, allo studio di Gibran. Quest'ultimo, dice ancora Naimy, si pentì di aver ceduto in quell'occasione al richiamo dei sensi. Forse si trattava di Barbara Young, forse no. Certo non è facile stabilire quali realmente fossero i rapporti fra i due. La Young sostituì, con minore abilità, Mary Haskell, svolgendo una funzione di aiutante e segretaria di Gibran. E' una delle maggiori responsabili delle numerose falsificazioni di notizie sull'autore. Presentò inoltre come scritti di Gibran opere che lei stessa completò. Morì a 82 anni nel 1961.

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